A due passi dal bosco


A due passi dal bosco
Appena alle spalle dell’Hotel Iris, che è dunque la base perfetta per le vostre escursioni e passeggiate, si snoda una rete di sentieri tutta da scoprire, percorrere, vivere.
Innanzitutto perché i paesaggi incontaminati e bellissimi del parco vi immergeranno direttamente in una natura primordiale, sacra in qualche modo, ma anche perché vi racconteranno storie antiche, che vengono da lontano. Ognuna di queste escursioni si può programmare sia a piedi che a cavallo, anche con bimbi al seguito, in base alle vostre esigenze.
Nei boschi che conducono verso le creste della Rocca, si crea un saliscendi selvaggio e scenografico di valli e di anfratti che ospita uno dei cinque siti Patrimonio Unesco della rete Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe. Questa rete di faggete vetuste tocca 12 Paesi europei e una di queste è proprio qui, a pochi passi – letteralmente – dalla nostra struttura, nei territori del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Un riconoscimento di grande importanza, quello dell’Unesco alle faggete del PNALM come patrimonio mondiale dell’Umanità, arrivato nel 2017, perché inscrive l’Abruzzo, finalmente, dentro a un circuito di più ampio respiro. Gli alberi di età avanzata delle foreste vetuste sono indice di purezza del territorio: è grazie all’assenza quasi totale dell’uomo, e quindi di conseguenza anche della sua azione invasiva, che gli alberi riescono a compiere tutto il loro ciclo vitale. Recenti studi dell’Università della Tuscia di Viterbo, in collaborazione con il Servizio Scientifico del Parco, hanno stimato che l’età di alcuni esemplari possa risalire persino ad oltre 560 anni. Un’emozione incredibile.

Non resta che addentrarsi, dunque, alla scoperta di questi posti incantati. Potrete scegliere tra tre sentieri, tutti percorribili senza particolari difficoltà, avendo comodamente come base l’hotel Iris:
il sentiero C1, che porta verso gli ampi pianori della Macchiarvana e Camporotondo;
il sentiero C2, che immerge all’interno dei Boschi della Difesa di Pescasseroli;
il sentiero C3, che conduce al Santuario di Monte Tranquillo.
Il sentiero C1
Il sentiero C1, che parte da Bocca del Petroso e arriva a Forca d’Acero, è davvero suggestivo in questo periodo primaverile: i paesaggi mozzafiato e il verde intenso della vegetazione rigenerano anche la mente, così come i profumi intensi delle fioriture di crochi e viole eugenie, che punteggiano il cammino e lo colorano. Macchiarvana è un bel pianoro, circondato dalle faggete del Monte Tranquillo, della Serra del Re e della Serra Traversa, che con la neve invernale è il ritrovo perfetto per gli amanti dello sci di fondo, mentre in questo periodo diventa il posto ideale per godersi la natura più autentica abruzzese.
Pasquale Scarpitti dice a Ennio Flaiano, in una lettera dei primi anni ‘70 che ripercorre l’origine e il sentire comune di questi due grandi abruzzesi, che l’Abruzzo è così autentico e puro perché è una specie di isola, “un’isola schiacciata tra un mare esemplare e due montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere: se ci pensi bene, il Gran Sasso e la Majella sono le nostre basiliche, che si fronteggiano in un dialogo molto riuscito e complementare”. Ecco, quando si percorre questo sentiero la sensazione è quella di stare dentro a un cerchio perfetto, dentro a una natura che è origine, che è casa.
Potrete decidere se fare trekking, lungo questo sentiero, oppure un tour in e-bike e mountain bike. Cliccate qui per tutte le informazioni pratiche.

Il sentiero C2
Il sentiero C2 è pura bellezza e fonde con l’arte e con la storia: ci si imbatte negli alberi capitozzati, taglio particolare e diffuso in queste zone; nelle opere di ArteParco; si costeggia un lembo di foresta vetusta, quella Patrimonio Unesco di Coppo del Principe, e da maggio a giugno è possibile persino osservare gli Iris Marsica.
Ma andiamo con ordine: la faggeta di Coppo del Principe rientra nella difesa di Pescasseroli ed è una delle zone più incredibili del Parco, anche per la ricchezza della fauna e della flora presenti. Si va dal picchio dalmatino passando per il barbastello, fino ad arrivare all’orso bruno marsicano. Sulle antichissime cortecce degli alberi spesso si scorgono incisioni, simboli, ma anche semplici date, che raccontano di piccole storie personali che si intrecciano alla Storia, quella con S maiuscola. Un esempio tra gli altri è quella dell’incisione che i locali chiamano “la scritta del Re”, che pare derivi dal fatto che i reali di casa Savoia partecipassero spesso alle battute di caccia all’orso organizzate dai nobili della zona. E da qui anche il nome, Coppo del Principe.

Specie endemica dell’Appennino abruzzese, lungo il sentiero è anche possibile ammirare l’Iris Marsica, chiamato anche giaggiolo marsicano. Durante i mesi della fioritura, che avviene proprio questo periodo, è un’emozione scorgere il viola intenso di questa specie a rischio di estinzione, inserita nelle Liste Rosse delle Piante d’Italia.

Ed è questo anche il sentiero legato ad ArteParco, l’interessantissimo e lungimirante progetto nato per portare l’arte contemporanea all’interno delle Foreste Vetuste. L’Arte in dialogo aperto e stimolante con la Natura, un momento importante di riflessione. Tra le installazioni spicca quella di Alessandro Pavone, Un tempo è stato, realizzata in legno e che riproduce un braccio teso, che culmina in una mano, dalla quale a sua volta sembra nascere uno degli alberi del Parco, o sembra essa stessa essere albero. Albero che è, insieme, radici e chioma, legame con la terra e tensione verso il cielo. Chiarissima ed efficace questa doppia anima degli alberi, elementi insieme della terra e del vento, del cielo, così come l’idea del legame tra uomo e natura, che si incastrano e si delineano senza soluzione di continuità attraverso quello che è il ciclo della vita.
Per programmare un’escursione che vi farà immergere nella magia dei secolari Boschi della Difesa, cliccate qui.

Il sentiero C3
Il sentiero C3 attraversa splendide zone boscose e prative, fino a raggiungere il Santuario del Monte Tranquillo, che svetta sulla conca di Pescasseroli a quasi 1600 m., regalando un paesaggio suggestivo ed emozionante. Intorno, imponenti, le cime del Marsicano, delle Cappelle, dell’Amaro e delle Camosciare Il Santuario del Monte Tranquillo in passato era un rifugio, un luogo di scambi commerciali. Poi funse da ricovero per viandanti: su molti dei valichi di montagna abruzzesi della Diocesi dei Marsi vennero costruiti dei ricoveri, a partire dall’anno Mille e per qualche centinaio di anni dopo.
Oltre a questo, ricordiamo in particolare quello di San Nicola de Ferrato al valico di Forca Caruso, di cui restano solo ruderi ma importantissimo nel passato, e quello di Santa Maria in Valle Porclaneta, nei pressi di Rosciolo, che invece è visitabile. Purtroppo durante la Seconda Guerra Mondiale il santuario i venne danneggiato in maniera importante e ricostruito poi, nel 1956, dai pescasserolesi, per onorare il voto, fatto alla Madonna di Monte Tranquillo, appunto, di risparmiare il paese dai bombardamenti. Madonna Nera, perché qui, come in altre zone d’Italia, ritroviamo il culto delle Vergini nere. Una leggenda racconta che la Vergine si sia seduta, mentre camminava su questo sentiero, per riposarsi un po’ e che abbia lasciato l’impronta del suo mantello su un masso detto oggi “Manto della Madonna”.
L’ultima domenica di luglio si festeggia la Madonna Nera, che viene portata a spalla dagli alpini, in processione, fino al Santuario. Fate in modo di esserci, quella domenica, perché la cerimonia è suggestiva e molto sentita: la Vergine viene accolta tra rami di faggio, che rimandano ad antichi riti pagani. L’atmosfera vale la pena di essere vissuta.

Insomma, un posto molto caro ai locali ma anche a chi si avvicina per la prima volta a questi luoghi meravigliosi, intrisi di cultura, sacralità e antiche tradizioni, oltre che ovviamente di natura. In questa zona furono tra l’altro girate le scene del film La volpe e la bambina di Luc Jacquet, a riprova della spettacolarità della natura. E se avete dei bambini con voi e il percorso potrebbe essere un po’ troppo lungo per loro, nessun problema: attraverso divertenti attività sensoriali potranno imparare a conoscere gli orsi e gli ambienti in cui vivono.

Ora non vi resta che scegliere su quale sentiero incamminarvi, in base alle vostre esigenze o preferenze, per poi rientrare in hotel, riposarvi e lasciarvi coccolare.